Per assecondare il mio profondo amore per la montagna, che da sempre mi caratterizza (che ci sarò venuto a fare, io, al mare? Mi sfugge il motivo…), faccio parte sui social networks di numerosi gruppi dedicati, ai quali in realtà partecipo poco, limitandomi a guardare tante foto di luoghi nei quali vorrei trovarmi in questo stesso momento: respirarne i profumi, quell’aria incomparabile, riempirmi il cuore di quella pace che molti chiamano noia ma che io chiamo semplicemente “vita”: non immagino per me un luogo diverso dalla montagna per accontentare davvero la mia anima e farla vibrare alle più alte frequenze.
Dopo tantissime foto e, purtroppo, qualche immancabile polemica che, soprattutto in questa fase della mia vita, rifuggo come la peste, ieri mattina mi sono imbattuto improvvisamente in una storia bellissima, con protagonista una persona che dovrebbe essere d’esempio a tutti.
Si chiama Tiziana, è un’amante della montagna come me: in più rispetto a me, ha la fortuna di viverci a stretto contatto. Però è costretta in sedia a rotelle, quindi la montagna ce l’ha davanti a sé ma la vive “a metà”, non può godersela come potrei fare io.
O, meglio, non poteva, fino a pochi giorni fa: è, infatti, recentemente entrata in possesso di un nuovo tipo di sedia a rotelle motorizzata, con una forma e un’ergonomia che le permettono di affrontare da sola pendenze più elevate e sentieri più difficoltosi, senza più doversi appoggiare ad altre persone.
Al di là di quella che è una notizia finalmente positiva riguardante la tecnologia, che oggigiorno assurge agli onori della cronaca più spesso per i danni sociali che provoca piuttosto che per i problemi che risolve, ciò che mi ha profondamente colpito è stata la gioia di Tiziana nel dare a tutti questa notizia sul gruppo DoloMitici!
Un’esplosione di felicità ed entusiasmo come poche volte mi era capitato di vedere, grazie al fatto di essere finalmente di nuovo in grado di fare in autonomia qualcosa di effettivamente bellissimo, ma che apparentemente è, per la maggior parte delle persone che non vivono la sua condizione, scontato: potersi immergere nella Natura, potersi “perdere” per i sentieri, salire in quota, allontanarsi e infilarsi in un bosco a godersi il silenzio, magari leggendo un bel libro o scattando fotografie… il tutto senza dover più dipendere da nessuno.
Il suo soprannome è “Nuvola” (già di per sé un inno alla libertà) e l’espressione che traspare dalle sue foto è quella di una persona che succhia la vita fino al midollo, con un’energia che ha fatto riflettere me in primis, e penso che dovrebbe sortire lo stesso effetto su tante persone: quelle che hanno tutte le carte in regola per vivere all’insegna della libertà e del buon umore ma, se chiedi loro come stanno, ti rispondono: “Eh, cosa vuoi, si tira avanti”; quelle che pensano che la vita sia solo alzarsi, sopportare e coricarsi, quelle che raccontano a se stesse la storia della loro povera esistenza disgraziata, quando invece hanno le gambe per camminare, gli occhi per vedere, le mani per toccare e la possibilità di scegliere; quelle che, invece di godersi questa breve vita, perdono giorni, settimane, mesi, anni e salute per accumulare oggetti, averi, potere e “posizione”, non capendo che, alla fine di tutto questo teatrino, la posizione in cui ci metteranno nella bara sarà la stessa per tutti. Fra queste persone incapaci di capire appieno la bellezza di questo tempo che ci è concesso su questo pianeta mi ci metto anch’io, fino a non molto tempo fa, quindi so di cosa parlo.
Tiziana è stata entusiasta anche nel momento in cui ha letto il messaggio che le ho scritto per chiederle il permesso di scrivere quest’articolo su di lei; molti lo sarebbero stati per vanità, per il fatto che si parli di loro, ma lei no: è felice, parole sue, di poter “essere utile al prossimo”.
Sei davvero un essere di un’altra dimensione, Titti… speriamo che, anche grazie a questo piccolo racconto, un po’ di questa meravigliosa attitudine si sparga anche in questa, di dimensione. Tu non hai “preso la pillola rossa”: tu con la pillola rossa ci sei nata.