MIRCO GOLDONI OSPITE DI PILLOLAROSSA
MIRCO GOLDONI OSPITE DI PILLOLAROSSA

MIRCO GOLDONI OSPITE DI PILLOLAROSSA

LO SCRITTORE MIRCO GOLDONI OSPITE DI PILLOLAROSSA.

“Matrix è ovunque. E’ intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo . E’ quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. E’ il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità”. (Morpheus).

Matrix è stato presentato a Marzo del 1999. Diretto dai fratelli Wachowski, vinse 4 Oscar tecnici e quarto film dell’anno per incassi. Ha lasciato un segno indelebile come pochissimi film nella storia del cinema. La trama di Matrix, parla di Thomas A. Anderson, programmatore di computer, che scopre di vivere in una simulazione creata da macchine, che hanno messo in schiavitù gli umani. A Thomas, viene detto di essere Neo, l’Eletto che può salvare l’umanità, ma il prezzo da pagare è rinunciare a tutto ciò che ha e che conosce. Neo, accetta di ingoiare la pillola rossa e va a vedere la tana del Bianconiglio. Matrix attinge a tante cose diverse, religioni, filosofia e culture. Ha influito sulla moda per molto tempo, ha toccato l’animo di chi lo ha visto, in modo indelebile. Quello che stiamo vivendo oggi, è la dimostrazione evidente di come si può rappresentare il mondo alle masse. Di quanto la tecnologia, i media e la velocità della vita moderna, non lasci più spazio all’essere umano per “vedere” e distinguere, ciò che è reale, da ciò che è illusione. Stiamo assistendo ad una manipolazione totale delle informazioni, ed a un tentativo, oltremodo goffo in certi momenti, di schiavizzare le menti delle persone per poterle controllare. Scrivo queste righe da appassionata del genere di fantascienza perché è in questa tipologia di film ho visto delle lungimiranti rappresentazioni di ciò che poi in effetti è accaduto nel futuro. “L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti”. cit. Noam Chomsky.


Chomsky, ha elaborato addirittura un testo didattico in cui sintetizza le strategie della manipolazione di massa:
La distrazione = orientare l’attenzione continua del pubblico verso argomenti irrilevanti o banali che li tengano occupati. Sovraccarico di informazioni mettendo attenzione su sport, altre curiosità, cronaca.
Problema-Reazione-Soluzione = viene creato un problema che richiede una soluzione esterna e loro stessi offrono la soluzione.
La gradualità = consiste nell’applicare le strategie a poco a poco, in modo da farle risultare impercettibili e come tali metabolizzate come “normali”.
Differire = far credere ai cittadini che si ricorre ad una misura che risulta temporaneamente dannosa e difficile, ma che in futuro darà enormi benefici. Obiettivo far abituare la gente alla misura adottata in modo che non la rifiuti più, pensando al bene futuro. Arrivato l’effetto “Normalizzazione” la gente non si lamenterà più anche se non arriveranno i benefici promessi.
Infantilizzare il pubblico = messaggi televisivi e pubblicitari che tendono a parlare al pubblico come se fossero dei bambini. Utilizzando gesti e parole conciliatorie. Questa strategia cerca di neutralizzare il senso critico delle persone. I politici usano spesso il senso paterno per fare questo.
Focalizzarsi sulle emozioni = parola d’ordine, evitare che la gente rifletta e quindi si cerca di generare emozioni per raggiungere l’inconscio degli individui.
Creare un pubblico ignorante = mantenere le persone nell’ignoranza è uno degli scopi del potere. Significa non fornire volutamente gli strumenti affinché le persone possano analizzare la realtà. Non porre enfasi all’istruzione, far assopire la curiosità per la conoscenza.
Promuovere un pubblico compiacente = la maggior parte delle mode e delle tendenze non viene creata in modo spontaneo. I mezzi di comunicazione promuovono mode e tendenze, stupide, effimere e superflue.
inducono la gente che comportarsi così…. “va di moda”.
Rinforzo dell’auto-colpevolezza = far credere che loro e solo loro sono colpevoli dei loro problemi. Questo punto asserisce che l’ambiente sia perfetto e che la gente che non riesce ad inserirsi è solamente per causa sua.
Conoscenza minuziosa dell’essere umano = durante gli ultimi decenni , la scienza ha raccolto una miriade di informazioni e di conoscenza biologica e psicologica sugli esseri umani. Pensate ai database di Facebook e altri.. Non sono patrimonio diffuso ma in mano a pochi sempre più potenti. Al grande pubblico arriva pochissimo e nel frattempo le “èlites” dispongono a loro favore di tutto quel sapere. Ritorna il concetto per cui è chiaro che l’ignoranza facilità l’azione del potere sulla società.
Tutto ciò ha come obiettivo di mantenere il mondo come conviene ai potenti. Bloccare la capacità critica della gente, è un tema che vedo frequentemente; appena si cerca di portare fuori dagli schemi un ragionamento o di far emergere una notizia che non è stata trattata dal “mainstream”, si viene etichettati subito come “complottisti”.

Ogni essere umano dovrebbe, in questo momento buio, cercare di usare il proprio intelletto e le proprie capacità, per informarsi a 360 gradi, con la voglia e lo spirito di un investigatore privato, che vuole cercare tutte le informazioni utili a comporre il puzzle. Vedo molte persone, scosse dagli eventi e pronte a combattere, ma altresì ne vedo ancora moltissime, la maggior parte, intrappolate nell’illusione proiettata nelle loro menti. Ingoiate la pillola blu e accendete il pilota automatico. No? Allora, ingoiamo la pillola rossa anche noi, entriamo in Matrix e scoviamo il “bianconiglio”. E’ tempo di informarsi, di mettere in dubbio, di fare come se fosse vero, di uscire dalla zona di comfort di metterci la faccia! Come narrato, la pillola blu permetterà al soggetto di rimanere nella realtà fabbricata di Matrix; il rosso serve come “dispositivo di localizzazione” per localizzare il corpo del soggetto nel mondo reale e per prepararlo ad essere “scollegato” da Matrix. Una volta scelta la pillola rossa o blu, la scelta è irrevocabile. Oggi chiederò al mio ospite il suo parere circa tale argomento.

INTERVISTA

Ilaria: Matrix, a tuo avviso, lo si può adattare a qualsiasi periodo della nostra vita?
Mirco: Matrix è un’ opera entrata nella storia, che ha rappresentato e rappresenta ancora un vero e proprio saggio filosofico. Il protagonista, Neo (Keanu Reeves), il cui nome nel mondo del film è Thomas Anderson, vive tormentato da varie domande sull’esistenza e sulla realtà avvertendo, come capita a pochi eletti, che qualcosa in ciò che lo circonda non torna; proprio su questo si costruisce il testo del saggio, un vaso di Pandora che scoperchiandosi apre una serie di riflessioni difficili da dipanare. Neo: “Mai provata la sensazione di non sapere se sei sveglio o se stai ancora sognando?”
Choi: “Tante volte. Si chiama mescalina.” Thomas di giorno è un cittadino modello che lavora in una multinazionale che produce software, di notte è un haker, con il nome Neo, un pirata informatico e riflette, si interroga, capisce che c’è un qualcosa che serpeggia ma non riesce a comprendere cosa sia. Vive il/nel dubbio, elemento che lo rende molto simile a Cartesio: proprio come il filosofo mette in dubbio ogni cosa (sono sveglio o sto sognando?), la certezza in cui e su cui la vita umana si è costruita. Matrix è una traduzione narrativa del dubbio metafisico, Neo è un soggetto pensante e proprio per questo la sua non è un’esistenza semplice. Tutto il suo mondo si modifica e si ribalta quando viene contattato da Morpheus (Laurence Fishburne) e da Trinity (Carrie‑Anne Moss) che lo mettono di fronte alla verità: il mondo che vede è virtuale, un progetto creato a computer da una intelligenza artificiale per controllare gli uomini (utili solo per fare andare avanti il sistema). Matrix che prima sembrava essere solo una leggenda, è invece una sorta di legislatore dell’universo che rende coerente un’illusione.

Ilaria: Matrix è una sorta di rielaborazione moderna del mito della caverna platonico?
Mirco: Probabilmente Neo, come quegli uomini incatenati, costretti a fissare il fondo della prigione, si rende conto che quelle che lui vede non sono che copie (dell’originale), apparenza – come non pensare al titolo di Jean Baudrillard Simulacra e Simulation – non la realtà. Neo dunque si sveglia dal sonno profondo in cui è stato immerso, riesce a liberarsi, evadendo e spezzando le catene. Quel sonno che rappresenta la condizione comune dell’uomo, ben espressa da Schopenhauer, è interrotto quando Morpheus, aprendogli gli occhi e facendogli luce – la stessa cosa che accade agli uomini di Platone, alza il velo di May e gli mostra la verità. Matrix, il mondo in cui l’uomo vive, è un ambiente virtuale costituito, uno spazio in cui si vive (o si è vissuti dalle false credenze, dalle illusioni, dalle matrici che vengono imposte), è un sistema informatico che simula una realtà fittizia.

Ilaria: Ci puoi riportare una parte del dialogo tra Alice e il Bianconiglio?
Mirco: Sì. Volentieri. Morpheus: “È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant’è profonda la tana del bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più”. Morpheus con queste parole chiarisce: ora è Neo a decidere, ha la chiave in mano. Può decidere: pillola azzurra o pillola rossa, menzogna o verità, o restare nella caverna o uscirne e imparare a leggere il mondo in quanto tale un fenomeno ricco e complesso. Neo è Alice, la similitudine è chiara, come è chiaro che Morpheus sia il bianconiglio; è lui che gli dà la possibilità di andare dalla schiavitù alla libertà. Non è però una scelta semplice quella di questa Alice: non è facile lasciare un’esistenza come quella in cui ha vissuto fino ad ora per un qualcosa di sconosciuto e anche, se vogliamo, spaventoso. Quando Neo sceglie la conoscenza il suo si fa atto di coraggio e inizia un viaggio (di apprendistato) affascinante, complesso in cui un semplice hacker diventa l’eletto, il prescelto, colui che (si) libera dalla schiavitù configurandosi sempre più come un profeta, una sorta di semidio. Matrix: una nuova identità (Neo) per rompere la catene e superare i confini
“Mi chiamo Neo”. Sta proprio in questo dichiarazione la svolta, una rinascita dopo la quale nulla sarà come prima. A quel punto Neo vede veramente, rompe le mura in cui credeva di essere libero (“Come tutti gli altri sei nato in catene in una prigione che non ha sbarre, che non ha odore. Una prigione per la tua mente” gli dice Morpheus), e inizia a “camminare” da straniero in luoghi mai visti prima e in ognuno di questi impara che non fuori ma dentro è il limite da superare. “Non cercare di piegare il cucchiaio, è impossibile. Cerca invece di fare l’unica cosa saggia: giungere alla verità! Il cucchiaio non esiste. E allora ti accorgerai che non è il cucchiaio a piegarsi ma sei tu stesso“. Inizia a entrare nella filosofia: “La realtà esiste nella mente umana e non altrove” ha scritto George Orwell e queste parole possono ben piegarsi a questo testo ed è proprio da qui che parte la rigenerazione del protagonista. Come fa un bambino, in Matrix, Neo deve reimparare e questo vuol dire agire (e non essere agiti), amare, pensare (e non credere di pensare). In questo apprendistato viene alla luce un assioma: “Fintanto che esisterà Matrix l’uomo non sarà mai libero”.

Ilaria: Matrix è un segreto che si apre all’uomo capace di percepire?
Mirco: Matrix è una specie di test di Rorschach, un segreto che si apre a varie interpretazioni, in cui la base è la decodifica del codice e questo permette a Neo di schivare i proiettili, di saltare dai grattacieli, di essere nel presente, tanto da diventare quel cucchiaio – non fermandosi al pensiero di poterlo solo piegare. L’Eletto, in quanto tale, entra profondamente nel significato del tutto. Neo deve lasciare la sua parte “passata”, lasciare andare le resistenze e grazie a Morpheus e a Trinity – e al suo amore -, riesce a raggiungere una forma di vita più elevata. Neo: “So che mi state ascoltando, avverto la vostra presenza. So che avete paura di noi; paura di cambiare. Io non conosco il futuro, non sono venuto qui a dirvi come andrà a finire. Sono venuto a dirvi come comincerà. Adesso appenderò il telefono e farò vedere a tutta questa gente quello che non volete che vedano. Mostrerò loro un mondo senza di voi. Un mondo senza regole e controlli, senza frontiere e confini, un mondo in cui tutto è possibile. Quello che accadrà dopo dipenderà da loro”. Neo parla proprio a noi, ci interpella, ci invita al ragionamento e alla riflessione, ci chiede di penetrare profondamente le cose e così il velo di Maya sarà sollevato anche per noi. Inevitabilmente un film come questo, ancora moderno nonostante i molti anni passati, non poteva passare inosservato nel 1999, un’opera capace di aprire varchi e di essere lungimirante. Matrix è diventato pietra miliare di un genere, quello fantascientifico, della storia del cinema – basti pensare agli effetti speciali della pellicola -, espressione e rielaborazione di teorie filosofiche. Riesce a raccontare, anticipando i tempi in un certo qual modo, un mondo in cui l’essere umano è succube della macchina, in cui quest’ultima modella, costruisce e sostanzia l’uomo e la sua esistenza.

ED ORA PASSIAMO AI TUOI LIBRI…

Ilaria: Come è iniziata la tua carriera da scrittore?
Mirco: Nel 2019, con la voglia di mettere nero su bianco alcune idee che avevo in mente, la curiosità del provarci, la passione per la sfida. Ho iniziato con alcuni racconti brevi pubblicati in raccolte di artisti vari, poi la sfida del romanzo.

Ilaria: Proprio relativamente ai tuoi romanzi, quali sono i temi centrali?
Mirco: Al momento ho all’attivo due pubblicazioni: Progetto Mnemosyne e Progetto Dedalo. Entrambi affrontano l’importanza dei ricordi nell’essere umano e il rischio (o la possibilità?) che si possa inventare un’apparecchiatura in grado di raggiungere anche quelli altrui. Si arriverebbe alla conoscenza istantanea diffusa o alla fine della riservatezza? Noi siamo i nostri ricordi, siamo quello che siamo attraverso il nostro passato di cui essi fanno parte. Raggiungere quelli altrui ci cambierebbe? Quanto? Nessuno vorrebbe correre il rischio di perderli ma siamo disposti a condividerli? Tante domande che i protagonisti si troveranno ad affrontare e tenteranno di dare una risposta.

Ilaria: Dalla storia alla fantascienza, qual è il filo conduttore?
Mirco: È un salto in alto nel quale l’asticella viene posta sempre più oltre. Spesso la fantascienza anticipa la storia (mi vengono in mente Il giro del mondo in 80 giorni o Dalla Terra alla Luna), poi la storia la corregge e la riconduce sulla via del reale. Sicuramente le pubblicazioni di fantascienza rispecchiano lo stato d’animo della società nella qual sono state pubblicate. Passiamo quindi dalla fantascienza dei viaggi nello spazio a quella tecnologica, l’ucronia, l’utopica, la distopica e il ramo catastrofico.

Ilaria: Come ti descriveresti, usando solo poche parole?
Mirco: Una tranquilla e riservata persona che avrebbe tante cose da dire e preferisce scriverle, che ama fare progetti e viaggi, fisici o mentali e che si pone sempre delle domande.

Ilaria: Un genere, la fantascienza, estremamente complesso da scrivere. Come ti è venuta l’idea per questa storia?
Mirco: Mi ha sempre affascinato fin da giovane. Probabilmente è cresciuta assieme a me nelle varie tappe della vita. Da giovane si ama viaggiare, esplorare, scoprire nuovi mondi. Crescendo scopri che sei parte di una società e ti poni domande del tipo perché sono qui, cosa posso fare per rendermi utile? Diventando ‘sempre più a lungo giovane’ scopri che il vero viaggio che devi fare è dentro di te. Ecco, la fantascienza mi ha sempre accompagnato in questa trasformazione e, anche se non mi ha dato sempre delle risposte, mi ha permesso di pormi le giuste domande.

Ilaria: Quanto lavoro di preparazione e studio c’è, dietro un romanzo di questo tipo?
Mirco: Molto. Si può pensare che la fantascienza sia il genere delle assurdità a ogni costo e che quindi lo scrittore sia meno vincolato dalla logica. Non è così. Io amo una fantascienza che si cala lentamente e realisticamente nel mondo moderno, una fantascienza che, assunto un patto narrativo con il lettore, quella sospensione d’incredulità che, bene o male, quasi tutti i romanzi hanno, ne possa esplorare tutte le sfaccettature e percorra, assieme al lettore, quel lungo e affascinante viaggio verso l’epilogo.

Ilaria: Tecnicamente parlando, quanto è diverso scrivere un racconto rispetto a scrivere un romanzo? Certo servire meno tempo. Ma trovare la quadratura giusta, far funzionare la storia avendo meno spazio a disposizione è più o meno complesso?
Mirco: Hai centrato un punto importante. Sicuramente riempire duecento pagine impiega più tempo che scriverne venti ma il lavoro ‘dietro le quinte’ è molto simile. Mentre nel romanzo l’incoerenza e il mancato flusso narrativo sono errori pronti a saltar fuori in ogni momento, nel racconto, la capacità di sintesi è fondamentale. Catturare il lettore, creare l’ambientazione, immergerlo nel contesto e portarlo al finale deve essere fatto nel più breve tempo possibile. Io, amante dei drabbles, mi esercito frequentemente con queste scritture sintetiche.

Ilaria: Nei due anni di attività ufficiale, hai già sperimentato la pubblicazione tradizionale, con casa editrice e quella in self. Quali credi che siano pregi e difetti di ciascuna delle due? Avere un editore alle spalle è ancora una garanzia di successo?
Mirco: Questa è davvero una domanda difficilissima. Premesso che due anni di attività non mi sono stati sufficienti per capire il complicatissimo mondo dell’editoria, posso dire che mi sono fatto alcune idee. L’Editore tradizionale spesso non fa una promozione come l’autore vorrebbe, per cui quest’ultimo tenta la carta del self-publishing per poi scoprire che l’arte della promozione è molto più faticosa e complicata di quella della scrittura (almeno nel mio caso) e torna dall’Editore affermato per rimanere nuovamente deluso. È un ping pong di speranze, illusioni e delusioni. Spero che col tempo la pallina rimbalzi meno velocemente da un campo all’altro.

Ilaria: Stai già lavorando a qualcosa di nuovo?
Mirco: Assolutamente sì. Oltre alla stesura del terzo (e probabilmente ultimo) capitolo dei Progetti sulla memoria, entro fine 2022 dovrebbe uscire un romanzo che affronta i temi dell’inclusione sociale e della catastrofe climatica in veste fantascientifica. Si è già scritto tanto su questi temi, la fantascienza ne ha attinto a piene mani, spero di essere riuscito a dare un punto di vista originale, a far nascere nel lettore quelle domande e quei dubbi che sono lo stimolo positivo cui porta la lettura. Sul mio blog www.mircogoldoniautore.it potete rimanere aggiornati sulle mie pubblicazioni e sui miei racconti brevi oltre che articoli di astonomia e astrofisica a metà tra realtà e immaginazione. Inoltre, la pagina Facebook Mirco Goldoni Autore e il profilo Instagram Mirco Goldoni sono disponibili per chi vuole rimanere in contatto con me.

Ilaria: Manda un saluto ai lettori usando un estratto del tuo ultimo libro.
Mirco: I ricordi. Che concetto affascinante e allo stesso tempo terribile. I ricordi bui ti fanno compagnia nelle giornate piovose, rattristandoti piacevolmente mentre assapori la tua tisana calda, osservando le gocce di pioggia che scivolano indisturbate dall’altro lato del vetro: fuori, oltre. A quelli piacevoli ti rifugi invece nei momenti tristi, attraverso loro cerchi di ritrovare un equilibrio perduto, un senso a ciò che ti sta succedendo. Ti aggrappi a loro come un naufrago si aggrappa a qualunque cosa galleggi o a qualunque cosa lo possa dolcemente accompagnare sul fondo.
Infine, la sfida maggiore di tutte: dominarli. Poter navigare tra loro come un cicerone al museo, poterli osservare dall’esterno come foto sfuocate e ingiallite, poter leggere quello che c’è scritto sul loro retro: la data, un nome, un’intera vita.
Illusi.

SITO WEB UFFICIALE DI MIRCO GOLDONI

https://www.mircogoldoniautore.it/

I LIBRI DI MIRCO GOLDONI

Progetto Mnemosyne

Autore: Mirco Goldoni
Titolo: “Progetto Mnemosyne”
Data di pubblicazione: 2020.
Editore: Mosaico Edizioni.
Genere: Fantascienza.
Lunghezza: 200 pagine.

Trama – La mente e i suoi meccanismi hanno sempre affascinato e incuriosito l’Uomo. E’ per questo che uno stimato professore del MIT di Boston inizia, con il proprio staff, a cercare di studiarne gli angoli più reconditi, tentando di navigare attraverso quel dedalo inesplorato. Per fare questo verrà aiutato da un giovane e promettente studente, inizialmente attirato con l’inganno, in un esperimento che ben presto si rivelerà più pericoloso del previsto. Sarà lo stesso giovane ad effettuare i viaggi più impensabili, sempre affiancato dal professore che, lentamente, rivelerà tutti i propri segreti professionali. Insieme seguiranno tracce che li porteranno fino in Africa, scoprendo verità scottanti, affrontando situazioni imprevedibili e tornando infine a casa ciascuno con il proprio carico di verità. Verità che lo studente dovrà suo malgrado affrontare.

Progetto Mnemosyne

Progetto Dedalo

Autore: Mirco Goldoni.
Titolo: “Progetto Dedalo”.
Editore: Mosaico Edizioni.
Genere: fantascienza.
Pubblicato nel: 2022.
Lingua : italiana.

Trama – Nonostante il Progetto Mnemosyne sia parzialmente fallito, gli studi sulla memoria e su dove essa realmente risieda continuano. Il rapimento del professor Denver costringe Frank e Lucy a farsi coinvolgere nel nuovo progetto che promette risultati interessanti. Nel frattempo Mary, che collabora col generale Gabin, scopre verità nascoste. In un frenetico susseguirsi di eventi, saranno i sentimenti a guidare i protagonisti, portandoli a un epilogo inaspettato, che pone ulteriori quesiti sullo scopo ultimo del Progetto.

Progetto Dedalo

DOVE POTER ACQUISTARE I LIBRI (ANCHE) ONLINE

Progetto Mnemosyne – Mirco Goldoni – Libro – Mosaico Edizioni – | laFeltrinelli

Progetto Mnemosyne – Mirco Goldoni – Libro – Mondadori Store

Progetto Dedalo – Mirco Goldoni – Libro – Mosaico Edizioni – | laFeltrinelli

Progetto Dedalo – Mirco Goldoni – Libro – Mondadori Store

 

 

 

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