“Partire è come un po’ morire”… per qualsiasi cosa che uno voglia fare in vita sua, a ben cercare, c’è un vecchio proverbio che descrive in modo sintetico ed efficace la situazione. Questo proverbio è assolutamente indicato per descrivere la sensazione che si prova quando si sta mettendo la parola “fine” a un periodo importante della propria vita (nel mio caso 16 anni, quasi 1/3 degli anni che ho vissuto). Sto per mettere definitivamente la pietra tombale sulla mia vita a Mallorca… una vita che, fra alti e bassi (anche “molto bassi”), ha comunque formato l’uomo che sono oggi: come ragiono, dove voglio andare, la determinazione che metto nell’andarci, ciò che accetto e ciò che non accetto nella mia vita… a costo di risultare radicale (ma tempo non ne perdo più, per niente e per nessuno).
Non sto dormendo bene la notte: mi pervadono sogni strani, cupi… sono riuscito anche a sognare che uccidevo persone… immagino -e spero- che sia una proiezione della paura intrinseca che ho di eliminare definitivamente una parte della mia vita che, per quanto sia vero che non mi soddisfa più da tempo, rappresenta comunque un punto fisso al quale fino a oggi potevo aggrapparmi mentre, da domani (fra un po’ di giorni in realtà), non potrò più.
Ho sempre vissuto alla giornata, dando in totale onestà ciò che potevo dare e prendendo ciò che ritenevo giusto prendere: non ritengo di aver mai abusato di nessuno e di aver sempre agito in modo che nessuno si sentisse usato da me.
L’unica (davvero l’unica) volta che ho chiesto qualcosa a qualcuno l’ho pagata cara a causa della cattiveria e della meschinità di terzi che hanno ritenuto opportuno mettersi in mezzo con la loro piccola gelosia. OK, lezione imparata: non chiederò mai più niente a nessuno. Come sempre farò tutto con le mie forze.
Dato che questa è un’isola mi ritrovo a dover passare per alcuni obblighi che, se avessi vissuto sul continente, non avrei avuto, per portare i miei tre amati gatti da Mallorca a casa mia in Italia. Obblighi veterinari che mi sono costati più di 400€ (ma va bene), obblighi “tecnici” dovuti alle misure dei trasportini che devo comprare apposta (quelli che ho non vanno bene) e mi costeranno più di 100€, obblighi logistici (perché le compagnie aeree si sono inventate che non si può portare più di un gatto per persona, quindi devo muovere altre due persone per aiutarmi a far viaggiare tre gatti -mica tre rottweiler) con un costo che si aggirerà intorno ai 1200€.
Insomma, questa cosa, che dovrebbe essere normalissima, mi sta costando carissima: poi ci si chiede perché qualcuno preferisce abbandonare gli animali al proprio destino (per inciso, io non lo farò MAI).
Già sono triste e nervoso per il fatto che sto tagliando definitivamente un cordone ombelicale che, anche se è più di un anno che ormai mi sono spostato in montagna e so per certo che è il posto in cui voglio stare, comunque rappresentava per me un appiglio non da poco.
Già sono nervoso per il viaggio che dovrò far fare a questi tre poveri gatti che hanno vissuto tutta la loro vita in casa e saranno terrorizzati in quel fatidico giorno, e chissà come la prenderanno all’arrivo a casa.
In più mi dovete pure costringere a svenarmi e mangiare pane e cipolla per un mese intero, sperando che non ci siano imprevisti perché non sarei in grado di affrontarli.
Spero davvero che questa operazione si concluda presto, perché mi sta divorando l’anima. Non è tanto per i soldi (quelli vanno e vengono), ma per la spietatezza di questo sistema che vuole solo succhiare, succhiare e succhiare tutto il possibile, e il coglione è quello che resta con il cerino in mano.